Subito dopo la prima dose di vaccino Covid Janssen di Johnson & Johnson (vaccino a vettore virale) ho iniziato ad avvertire dolori acuti e diffusi in tutto il corpo, alcuni dei quali mai percepiti fino a quel momento, ma non li associai immediatamente. Sbirciando in rete sono riuscito a trovare degl'interessanti rapporti dell'Agenzia nazionale di sorveglianza sui farmaci. Attualmente, il mio caso è stato inserito nelle segnalazioni Aifa di sospetta reazione avversa al vaccino Janssen.
Nota dell' Istituto Superiore di Sanità: il vaccino Janssen non è più disponibile in Italia e in Europa, ma è a tutt'oggi commercializzato in Africa...
(vedi rapporti Aifa sui vaccini anticovid: https://www.aifa.gov.it/rapporti-su-sorveglianza-dei-vaccini-covid-19).
ai vaccini o ai farmaci:
...inoltre, nei mesi dopo l’autorizzazione, il vaccino J&J andò incontro ad altri problemi, simili a quelli fatti rilevare dalla soluzione di AstraZeneca. Emerse che in rarissimi casi il vaccino poteva causare alcuni seri problemi circolatori, con la formazione di coaguli che avrebbero potuto comportare trombosi. Le autorità sanitarie statunitensi ed europee aggiunsero indicazioni sui rischi e alcuni paesi decisero di limitare l’impiego del vaccino a specifiche fasce di età ritenute meno a rischio. In Italia, a fine aprile del 2021 in Italia si decise di vaccinare preferibilmente le persone con più di 60 anni con il vaccino J&J, seguendo quanto era già stato deciso per il vaccino AstraZeneca. Questa circostanza avrebbe determinato nel tempo un impiego sempre più limitato del vaccino di J&J, le cui forniture erano comunque basse".
continua a leggere articolo su il quotidiano online il Post: continua
"la circolare del Comitato tecnico scientifico del Ministero della salute chiarisce l’utilizzo del vaccino Janssen, raccomandandolo per soggetti di età superiore ai 60 anni, anche alla luce di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica di AIFA."
Subito dopo la prima dose di vaccino Covid Janssen di Johnson & Johnson (in data 24/05/2021, quindi a seguito della decisione di vaccinare con Janssen i soggetti ultrasessantenni) hanno avuto inizio il mio calvario e il mio pellegrinaggio in svariate strutture sanitarie per indagare le cause di quella sintomatologia così devastante da mettere a dura prova la mia capacità di sopportazione, anche psicologicamente, fino a vivere continue crisi di panico.
Ho seguito diversi percorsi fisioterapici, tra i quali, ozonoterapia, osteopatia, mobilizzazioni e posturale, bagni e fanghi termali, alcuni di questi con esito positivo, ma nel lungo termine insostenibili, perché troppo costosi.
Durante un ciclo riabilitativo in ex art.26, un terapista mi applicò sula schiena degli elettrodi dicendomi che stava dando inizio ad un trattamento di elettrostimolazione.
Era la prima volta che mi sottoponevo a tale terapia antalgica.
Con grande stupore, riconobbi che quell’elettrostimolazione con TENS fu l’unica terapia praticata fino a quel momento che ebbe un importante effetto sulla riduzione del dolore (in tempi rapidissimi, quasi immediati, sebbene svanissero subito dopo la sessione).
Pertanto, decisi di acquistare un elettrostimolatore TENS , tra l'altro, ad un costo accessibilissimo. Oggi rappresenta uno dei miei migliori alleati nella gestione del dolore.
Dai referti delle indagini diagnostiche e dalle successive visite specialistiche è emerso che sono affetto da fibromialgia secondaria (in comorbilità con spondiloartrosi diffusa, dermatite atopica, radicolopatia lombare, cervicobrachialgia, discopatie degenerative multilivello, sindrome del colon irritabile e sindrome ansioso-depressiva).
Le patologie di cui sono affetto vengono riportate tra le segnalazioni della tabella Aifa suindicata.
Nel 1992 l’O.M.S. inserisce la fibromialgia tra le patologie del tessuto connettivo e dell'apparato muscolo-scheletrico (IC10, codice M79-7) (sintomi: dolore cronico muscolare, tendineo e legamentoso, sonno non ristoratore, stanchezza, rigidità, ansia, depressione, etc.)
L'OMS ha recentemente spostato la fibromialgia dal gruppo delle malattie reumatiche a quello delle sindromi da dolore cronico primario (IC11) .
Le ultime teorie si concentrano sulla disfunzione del sistema nervoso centrale e periferico.
Malgrado le numerose pubblicazioni scientifiche internazionali ed il riconoscimento da parte dell'O.M.S., a tutt’oggi, è frequente incontrare medici (non so se è corretto definirli medici) che dichiarano di non credere nell’esistenza della fibromialgia.
La medicina non è una materia precisa, rappresenta il frutto dell'incontro fra il ragionamento clinico e l'applicazione pratica di più scienze al campo di studi della salute umana, ma non è una via devozionale.
I medici che negano l’esistenza della fibromialgia, generalmente, non sono ricercatori, pertanto, non hanno alcun diritto e titolo per porsi al di sopra delle indicazioni dell’Ordine Mondiale della Sanità.
Un giorno, durante un colloquio con uno psicologo che mi seguiva da molto tempo e del quale mi fidavo, quando gli riferii che mi era stata diagnosticata la fibromialgia ebbe il coraggio di affermare che:
"la fibromialgia è una patologia da donne isteriche.
Durante un successivo colloquio disse addirittura che:
grazie a questa patologia "inesistente", molti reumatologi e fisiatri, alcuni già ricchi, altri un pò più sfigati, hanno acquisito clienti che non avrebbero avuto.
Aggiunge:
Anche io ho un'ipersensibilità allo sfioramento, quindi se sono particolarmente sensibile al solletico vuol dire che ho la fibromialgia? non credo!
(di tali affermazioni ne posseggo le prove)
Quel presuntuoso pseudo-psicologo "che non è nemmeno un ricercatore" ha violato:
l'Articolo 36 del Codice deontologico degli psicologi – Giudizi sull’operato di colleghe e colleghi.
"La psicologa e lo psicologo non esprimono pubblicamente su colleghe e colleghi giudizi negativi relativi alla loro formazione, alla loro competenza, o comunque giudizi lesivi del loro decoro e della loro reputazione professionale.
Costituisce aggravante il fatto che tali giudizi negativi siano volti a sottrarre clientela alle colleghe e ai colleghi.
Qualora ravvisino casi di scorretta condotta professionale e metodologica che possano tradursi in danno per le persone o enti destinatari o per il decoro della professione, la psicologa e lo psicologo devono darne tempestiva comunicazione al Consiglio dell’Ordine competente".
Inoltre, affermando che la fibromialgia è la patologia delle donne isteriche ha violato anche
l'Articolo 5 del Codice deontologico degli psicologi– Competenza professionale
"La psicologa e lo psicologo sono tenuti a mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale, con particolare riguardo ai settori nei quali operano.
La violazione dell’obbligo di formazione continua determina un illecito disciplinare che è sanzionato sulla base di quanto stabilito dall’ordinamento professionale.
Riconoscono i limiti della loro competenza e usano, pertanto, solo strumenti teorico-pratici per i quali hanno acquisito adeguata competenza e, ove necessario, formale autorizzazione.
La psicologa e lo psicologo impiegano metodologie delle quali sono in grado di indicare le fonti e riferimenti scientifici e non suscitano nella persona cliente e/o utente aspettative infondate".
Per approfondimenti: Codice deontologico degli psicologi italiani
Nel DSM-V (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), infatti, l’isteria non è più presente (approfondisci), perché redistribuita in diverse categorie diagnostiche, quali:
il disturbo dissociativo, il disturbo somatoforme, il disturbo di conversione e il disturbo istrionico di personalità.
Questo spiacevolissimo evento da me vissuto è una routine che tante persone affette da fibromialgia hanno subito e continueranno a subire fin quando le istituzioni non inseriranno questa patologia tra quelle invalidanti.
Mi sono occupato per oltre vent’anni di disagio sociale attraverso progetti di volontariato da me ideati ed oggi, a causa di questa malattia di cui sono affetto, non riesco più ad assumere le medesime modalità operative che prevedevano, tra l'altro, anche un notevole impegno fisico. Non posso fare altro che tentare di trasformare la mia sofferenza grazie all'arte delle muse, scrivendo e cantando visceralmente canzoni che narrano il mio attraversamento del dolore e della sofferenza fino a raggiungere attimi di lucida libertà estatica.
PER SEGNALARE Il CATTIVO OPERATO DI UNO PSICOLOGO PUOI INVIARE UNA SEGNALAZIONE ANONIMA SEGUENDO IL LINK:
https://segnalazioni.psy.it/#/
Vengo da una razza nota per la forza della fantasia
e l'ardore della passione.
Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia
sia o meno il grado più elevato dell'intelletto,
se la maggior parte di ciò che è glorioso,
se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente,
da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale.
Coloro che sognano di giorno sono consapevoli di molte cose
che sfuggono a coloro che sognano solo di notte.
Edgard Allan Poe
Speravo con tutto me stesso che l’ultima visita neurochirurgica sarebbe coincisa con la conclusione di questo interminabile ciclo di dolore e sofferenza.
La prescrizione di un intervento chirurgico, sebbene delicato, avrebbe risolto tutti i miei ossessivi interrogativi. Contrariamente, è emerso che, in relazione ai referti delle indagini diagnostiche eseguite e dai sintomi avvertiti, potrei essere affetto da fibromialgia, una malattia cronica reumatica extra-articolare riconosciuta dall’O.M.S. nel 1992 e che causa dolore cronico muscolare, tendineo e legamentoso, sonno non ristoratore, stanchezza, rigidità, ansia, depressione ed altri sintomi debilitanti.
Le cause non sono ancora del tutto note, ma sembrerebbe che ci sia un nesso tra fibromialgia ed elevato stress psicofisico, modificazioni genetiche, mancanza di sonno, alterazione di mediatori chimici, eventi traumatici, ereditarietà, il Covid e recentemente anche i vaccini anti-Covid.
La mia sintomatologia, manifestatasi subito dopo la prima dose di vaccino Janssen di Johnson & Johnson, si è amplificata notevolmente durante la fase più critica della pandemia da Covid, in conseguenza dello stress correlato al lavoro che svolgevo nel settore sanitario e del virus che ho contratto in quel periodo.
La fibromialgia è un corto circuito del sistema nervoso, a causa del quale il cervello non interpreta correttamente gl’impulsi dolorifici.
Grazie all’efficienza del nostro sistema sanitario dovrò attendere soltanto tre mesi (…) prima di eseguire la visita reumatologica che mi è stata prescritta dalla neurochirurga.
Pensavo che il riposo e la terapia farmacologica avrebbero avuto effetti risolutivi, ma ho riscontrato soltanto parziali risultati.
La fibromialgia è stata inserita nella classificazione internazionale delle malattie (ICD-10 diagnosis code MT9-7 dell’O.M.S.) tra le patologie muscoloscheletriche e del tessuto connettivo.
Dolori diffusi che si esasperano con l’eccessivo movimento o con l’eccesivo riposo, stanchezza cronica, in alcuni momenti difficoltà di concentrazione e acufene, insonnia, sonno non ristoratore, difficoltà cognitive (memoria breve), emicrania, diarrea predominante e cronica seguita da brevi periodi di stipsi che causano coliche addominali, cervicobrachialgia, sindrome delle gambe senza riposo, nevralgia del trigemino, ansia e depressione sono tutti sintomi che mi accompagnano fedelmente.
Intanto, rifletto sul mio presente e sul mio passato, mi soffermo su un ricordo:
quando sono stato esonerato dal servizio militare (1995), il disturbo somatoforme fu una delle motivazioni indicate nella relazione dalla commissione medica.
Il termine somatoforme deriva dal greco soma ovvero, corpo e dal latino forma ovvero, aspetto o forma.
I disturbi somatoformi si manifestano attraverso sintomi fisici di origine psichica.
Possono compromettere il normale funzionamento di un organo e sono classificati in:
• disturbo da somatizzazione: caratterizzato da dolori e sintomi sessuali e pseudo-neurologici;
• disturbo algico: caratterizzato da dolori localizzati
• disturbo di conversione: caratterizzato da una sintomatologia organica, neurologica e motoria con parziale o totale mancanza di sintomi psichici;
• disturbo somatoforme indifferenziato: caratterizzato da una o più sintomi fisici che si protraggono oltre i sei mesi;
• disturbi somatoformi non altrimenti specificati: caratterizzati dall’assenza di criteri diagnostici suelencati.
Il disturbo somatoforme rientra tra i cosiddetti disturbi non organici per i quali non è possibile individuare una causa scaturente da modificazioni fisioanatomiche.
Ricordo bene che ho iniziato a soffrire di dolori cronici in conseguenza dell’incidente automobilistico di cui ho raccontato all’inizio del libro e a causa del quale mi fu diagnosticato un trauma craniofacciale, colpo di frusta e ferite lacerocontuse sul volto e sulla testa.
Il trauma determinò anche uno stato ansioso-depressivo che divenne il mio leitmotiv.
Le conseguente cervicobrachialgia era così dolorosa da farmi esplodere la testa. Per un lungo periodo portai costantemente il collare di schanz che continuo ad utilizzare quando ho degli attacchi di dolore acuto, durante i quali sono anche costretto ad assumere antinfiammatori e ad immobilizzarmi.
L’incidente automobilistico si verificò pochi mesi prima di essere sottoposto a visita medica militare. Ero molto giovane, avevo tanta vitalità, ma quel dolore mi annientava.
In ospedale fui sottoposto soltanto ad una radiografia, dalla quale, non si evidenziarono lesioni ossee.
Non partii per le armi perché ero obiettore di coscienza. In quel periodo, nelle caserme regnava il nonnismo e le istituzioni militari non apprezzavano gli obiettori di coscienza, ovviamente.
Inoltre, se accusavi dolori non riscontrabili attraverso indagini diagnostiche, eri considerato semplicemente un visionario.
Un’altra possibilità non era contemplata (attualmente, anche se quell’ignoranza è ancora molto diffusa nell’ambiente medico, qualcosa sta cambiando), eppure, io so soltanto che quei dolori cronici emersero nella mia vita dopo l’incidente automobilistico, il cui impatto si verificò ad una velocità di oltre 100 km orari.
Posso, pertanto, ritenermi un miracolato. Il colpo di frusta è un trauma che richiede lunghi percorsi fisioterapici e, purtroppo, la sintomatologia può trasformarsi in una disabilità permanente. La cervicobrachialgia, le vertigini, il mal di testa, la nausea, etc. possono compromettere la funzionalità dei muscoli e dei legamenti.
A distanza di diversi mesi dalle visite militari, visto il perdurare dei dolori, mi sottoposi a risonanza magnetica, dalla quale si evidenziarono anche le lesioni e successivamente, mi fu riconosciuta un’invalidità civile.
A causa di quelle sofferenze psicofisiche croniche fui costretto ad organizzare la mia vita tenendo conto che dovevo conviverci e tentando ad ogni modo di non mostrare pubblicamente le fasi più acute, perché m’imbarazzava farmi vedere in quello stato di sofferenza e di scarsa lucidità.
Avevo normalizzato il dolore stando a riposo e assumendo farmaci, ma quando dovevo necessariamente svolgere delle attività, aumentavo il dosaggio degli antinfiammatori.
Purtroppo, la mia quotidianità è sempre stata condizionata dal dolore. Ciò che mi devasta è la diffusone del dolore cronico in tutto il corpo e soprattutto, l’imprevedibilità dei sintomi maggiormente dolorifici, l’intensità e la durata.
Curiosando sul web, ho letto diversi articoli nei quali si evidenzia una stretta correlazione tra fibromialgia e trauma cranio-facciali, cervicalgia ed incidenti automobilistici.
Sono tra i fattori maggiormente predisponenti, molti studi del Prof. Dan Buskila, uno dei più famosi reumatologi del mondo, lo confermano.
Se ti è stato diagnosticato un disturbo somatoforme o addirittura la fibromialgia, probabilmente, incontrerai ancora persone che ti diranno:
È tutto nella tua mente, non hai niente!
Come se la nostra mente fosse separata dal nostro corpo. Ma ancora peggio è quando certi medici ti chiedono:
Perché è venuto a visita da me?
Le occorre per l’assicurazione?
Presumono di essere tuttologi, quindi si trasformano in medium che leggono nella mente, avvocati che ti guidano legalmente o giudici che danno per scontato che tu stia simulando un malessere o che stai esagerando perché sei ipocondriaco. In quelle affermazioni risiede una violenza mascherata ed ancora troppo diffusa, anche nell’ambiente medico.
Ad ammalarsi è sempre tutto il sistema (mente e corpo), a prescindere dalla causa scatenante.
Un soggetto che è affetto da dolore cronico si rivolge ad uno specialista proprio per risolvere il dolore.
Pertanto, va ascoltato e rispettato, altrimenti, si rischia di provocare un’acutizzazione della sintomatologia (…).
Attenzione, non sto dicendo che bisogna assecondare illusorie convinzioni e sensazioni dolorifiche, ma approfondire ed ascoltare…
È sempre tutto il sistema corpo mente ad ammalarsi. Qualsiasi patologia ha cause ed effetti fisiche e mentali. Il sistema nervoso centrale è composto dal cervello e dal midollo spinale. Il tronco encefalico connette il cervello al midollo spinale.
Sia dal cervello che dal midollo spinale s’irradiano i nervi che portano informazioni a tutto il corpo.
Per comprendere più approfonditamente cosa accade ai pazienti affetti da fibromialgia, bisogna soffermarsi sul sistema nervoso autonomo che opera indipendentemente dalla nostra volontà e controlla i processi automatici o non coscienti dell’organismo (frequenza cardiaca, respirazione, etc.).
Il sistema nervoso autonomo si differenzia in:
• sistema simpatico che è responsabile delle reazioni di attacco e fuga, quindi controlla i movimenti istintivi, veloci e decisi.
• Sistema parasimpatico che è responsabile delle attività che generano il benessere, il recupero e la rigenerazione corporea.
Il sistema nervoso autonomo ha anche la funzione di regolatore del dolore.
Quando un segnale, trasmesso attraverso impulsi elettrici dai neuroni (la trasmissione del dolore viaggia ad alta velocità), genera uno stimolo dolorifico, questo risale dalla zona periferica (sistema nervoso periferico) fino a raggiungere una zona posta tra midollo spinale e cervello (sistema nervoso centrale).
A quel punto, il segnale si sdoppia e accade che delle informazioni dolorifiche si dirigono verso la corteccia cerebrale, attivando la coscienza del dolore ed altre informazioni vanno verso differenti aree celebrali, dove vengono rielaborate e collegate alla componente emotiva dell’individuo.
Durante questo processo si attiva la produzione di sostanze chimiche che, da un lato aumentano la percezione del dolore e dall’altro determinano una riduzione del dolore.
Questo processo è modulato dal sistema nervoso autonomo ed in particolare dal sistema simpatico, il quale, si attiva in ogni situazione stressante o pericolosa.
Nei pazienti affetti da fibromialgia non c’è equilibrio tra le attività svolte dal sistema simpatico e quello parasimpatico. Il sistema nervoso collega tutti gli organi e coordina le funzioni volontarie ed involontarie.
Il cervello e il midollo spinale integrano le informazioni provenienti dagli altri organi e pianificano le opportune reazioni.
Non tutti i danni del sistema nervoso e del cervello possono essere riscontrate attraverso gli attuali strumenti diagnostici.
Di fatto, intere aree cerebrali risultano ancora inesplorate, quindi, quando certe persone, certi medici hanno il coraggio di affermare “è tutto nella tua mente”, come a sminuire la tua sofferenza, in realtà, stanno parlando di una malattia molto più grave della tua:
l’ignoranza!
Inoltre, in quelle affermazioni è insita una subdola istigazione al suicidio (punita dall’art. 580 del codice penale), perché alimentano la frustrazione nei soggetti bersagliati.
L’articolo 11 della Carta europea dei diritti del malato sancisce il diritto dell’individuo ad evitare dolore e sofferenza non necessari, in qualsiasi fase della sua malattia.
Per questo motivo, le istituzioni “sarebbero” tenute ad intervenire al fine di placare anche le inutili sofferenze psicologiche delle quali sono vittime i soggetti affetti da fibromialgia.
È necessario che le istituzioni intraprendano una campagna di sensibilizzazione al fine di rimuovere le barriere mentali che alimentano l’emarginazione.
La mia tendenza a somatizzare il dolore la conosco fin dall’infanzia per tutti i motivi che nelle precedenti pagine ho descritto e forse per altro di cui non sono ancora a conoscenza.
Quale essere umano non ha mai avuto reazioni psicosomatiche agli eventi della vita?
Come può un malato di tumore maligno non somatizzare uno stato depressivo, come può un bambino che vive in una società mostruosamente aggressiva non somatizzare rabbia e frustrazione?
Nonostante la consapevolezza, non sono mai riuscito a porre in remissione questa tendenza che preferisco definire ipersensibilità e che rappresenta una mia caratteristica controllabile, ma non annullabile.
La mia ipersensibilità alimenta la sintomatologia della sindrome fibromialgica e viceversa.
Non mi considero un folle, tantomeno ho la presunzione di sentirmi una persona cosiddetta normale.
Nessuno, ma proprio nessuno può ritenere di essere psicologicamente sano come un pesce, soprattutto in una società come la nostra, in cui, la follia razionale è scambiata per normalità.
La mente razionale omologata alle numerosissime forme di condizionamento non è stata mai alleata all’evoluzione umana, anzi, si è sempre resa “codarda complice” della condanna a morte delle libertà individuali, della solidarietà e dell’etica, ingabbiandoci in schemi preconfezionati in cui tutti dobbiamo essere perfettamente inscatolati.
In una società in cui vigono la competizione e la sopraffazione, le persone più sensibili sono considerate folli, questa è la malattia del secolo.
A causa del cinismo e del menefreghismo postmoderni, Gaia, il nostro pianeta ha somatizzato guerre e stragi di bambini, crisi ambientali e rifugiati climatici, xenofobia e pulizie etniche.
Noi siamo parte di Gaia e Gaia è parte di noi, quindi, se dovessimo individuare una gravissima forma di disturbo somatoforme non riconosciuta e diagnosticata, questa la possiamo individuare nell’intera specie umano che, attraverso speculazioni della psiche, ha creato la crisi sistemica del nostro soma (corpo) pianeta terra.
A causa del cinismo e del menefreghismo postmoderni, Gaia, il nostro pianeta ha somatizzato guerre e stragi di bambini, crisi ambientali e rifugiati climatici, xenofobia e pulizie etniche.
Noi siamo parte di Gaia e Gaia è parte di noi, quindi, se dovessimo individuare una gravissima forma di disturbo somatoforme non riconosciuta e diagnosticata, questa la possiamo individuare nell’intera specie umano che, attraverso speculazioni della psiche, ha creato la crisi sistemica del nostro soma (corpo) pianeta terra.
Quando la neurochirurga mi ha comunicato che, a suo avviso, i sintomi avvertiti si potevano associare alla fibromialgia, ho iniziato ad attingere informazioni ovunque. Mi sono iscritto anche a diversi gruppi FB, dove ho appurato la similitudine della mia sintomatologia con quella di tante altre persone.
Non è per niente agevole svegliarsi al mattino con dolori insopportabili e sentirsi costretti a dover assumere farmaci che ti spaccano il fegato, pur consapevole che hai una steatosi epatica diffusa non alcolica e a causa della quale ti viene detto continuamente:
deve bere meno alcolici.
E ti verrebbe da dire a quei medici:
Prenda la laurea e la faccia in mille pezzi.
In questo periodo ho telefonato tutti i giorni al CUP regionale, sperando di poter anticipare la visita reumatologica. Dopo svariati tentativi, finalmente, ce l’ho fatta, ho vinto alla lotteria del SSN, si è liberato un posto con due mesi di anticipo rispetto alla data assegnatami precedentemente.
Giusto il giorno prima della visita reumatologica un’altra bomba esplode nel mio corpo, costringendomi a chiamare il 118. Giunto al pronto soccorso in codice d’urgenza 2 che indica l’obbligo d’intervento sanitario entro 15 minuti, mi trovo in una sala stracolma di pazienti in attesa di essere visitati.
Dopo due ore di tribolazioni, nella speranza che qualcuno venisse ad iniettarmi un antidolorifico per una colica addominale, mi alzo dalla carrozzina assegnatami e mi avvicino ad un gabbiotto, all’interno del quale ci sono due infermieri a parlare con alcune persone.
Vorrei soltanto dirgli che il dolore sta aumentando e che ho bisogno di un antidolorifico, ma non faccio a tempo, perché, intanto, un’intrepida operatrice sanitaria mi ordina di tornare al mio posto.
Purtroppo, quando il dolore si acutizza t’induce a perdere il controllo e può capitarti di urlare come ho fatto con lei:
io conosco i miei diritti e i miei doveri,
così come conosco i tuoi!!!
Ok, mi siedo, ma avvisa tu gl’infermieri!
Le rispondo.
Lei con tono sommesso mi dice che se ne sarebbe occupata tempestivamente, ma dopo dieci minuti sono ancora in attesa.
Affranto da un crescente dolore, ho urlato più forte e come per magia è giunto un camice bianco che mi ha accompagnato in medicheria, dove, dopo aver eseguito il prelievo del sangue, finalmente, mi ha iniettato il benedetto antidolorifico.
Sono arrivato in Ospedale alle 17.30 e il risultato delle analisi del sangue l’ho ricevuto soltanto a mezzanotte. I valori sono nella norma, ma dovrei attendere ancora per essere sottoposto ad un’ecografia addominale.
Domani ho la visita reumatologica, non posso disdirla (…), pertanto, quando il medico mi ha chiesto:
Come si sente?
Gli ho risposto:
Non ho più dolore, l’ecografia posso farla privatamente.
Ho firmato le dimissioni e finalmente sono andato via da quel campo di concentramento.
Molti camici bianchi si lamentano di stipendi non dignitosi e assenza di sicurezza per la loro incolumità, ma non denunciano le condizioni “frequentemente” disumane nelle quali vessano tanti pazienti. Questa è la solidarietà e l’umanità che dimora negli animi di molti operatori che hanno sposato il giuramento d’Ippocrate.
L’ho già scritto all’inizio del libro, ma ci tengo a ribadirlo anche in conclusione:
conosco medici, infermieri e OSS che lavorano con passione, competenza ed umanità, ma sono pochi e stremati. Il degrado della sanità italiana è agli occhi di tutti per tutti i motivi che conosciamo ed altri non visibili, ma prevedibili.
20/12/2023. Oggi sono stato sottoposto a visita reumatologica e dopo due anni di pellegrinaggio in strutture sanitarie, mi è stata diagnosticata fibromialgia e artralgia diffusa.
La Dottoressa mi ha detto che la colica addominale per la quale ero stato soccorso rientra nella sintomatologia della sindrome del colon irritabile, un’altra patologia associata alla fibromialgia.
Scrivere mi ha aiutato fino ad ora a non lasciarmi andare alla disperazione, a dare un senso a ciò che sto vivendo.
Per la fibromialgia non esiste una cura risolutiva, quindi, non mi resta altro che aggrapparmi agl’intrinsechi insegnamenti della malattia.
La sofferenza non giunge soltanto per farci del male, si potrebbe interpretarla come se fosse la più esperta e leale maestra di vita, perché soltanto lei, attraverso la sua crudele schiettezza, si mostra senza maschere e ci pone di fronte alla necessità d’imparare ad accettare le difficoltà esistenziali per non soccombere d’infelicità.
La sindrome fibromialgica, detta anche Sindrome di Atlante, in riferimento all’omonimo titano, mito greco condannato da Zeus a sostenere la volta celeste, è citata nella classifica-zione delle patologie più dolorose, ma, fortunatamente, non è degenerativa e i sintomi possono essere controllati con terapia farmacologica, fisioterapica, attività aerobica a bassa intensità, alimentazione e riduzione dello stress.
Più volte ho pensato alla morte come soluzione ai miei dolori e quei pensieri mi ricordavano mio padre quando diceva che non sopportava più di convivere con il dolore (ereditarietà?). Fino ad ora non ho mai pensato al suicidio come soluzione, perché amo la vita, ma comunque, il rischio di suicidio nei pazienti affetti da fibromialgia è elevatissimo. Di fatto, ci sono patologie degenerative che ti costringono a cercare la morte in tutti i modi per salvarti da inutili accanimenti terapeutici.
In quei casi l’eutanasia è davvero una rinascita!
Il 12 dicembre 2023 la Signora Anna, affetta da sclerosi multipla e seguita dall’Associazione Luca Coscioni, è stata la prima persona in Italia ad accedere alla morte volontaria con assistenza completa del Sistema sanitario nazionale.
A lei dedico questa riflessione finale:
cara Anna, in fondo, tutto scorre come il vento e noi, come il vento, siamo soltanto di passaggio su questa terra e in questa vita.
Alzando lo sguardo oltre le disavventure, oltre il dolore, oltre la sofferenza, con il cuore tra le mani e gli occhi che brillano osservando l’immensità del cielo di cui siamo parte, possiamo riconoscerci finalmente:
Figli del vento, sposati con le stelle.
Dopo due anni di pellegrinaggio in strutture sanitarie, mi è stata diagnosticata fibromialgia secondaria (in comorbilità con spondiloartrosi diffusa, dermatite atopica, radicolopatia lombare, cervicobrachialgia, discopatie degenerative multilivello e sindrome del colon irritabile), vorrei sottopormi anche ad una biopsia della cute per escludere la Neuropatia delle Piccole Fibre.
P.S. non sono un Medico, tutte le informazioni mediche sono state acquisite attraverso una ricerca sui principali siti settoriali nazionali ed internazionali. Qualsiasi approfondimento potrà essere eseguito soltanto in ambito sanitario.
Il giorno 29 febbraio 2024 sono state approvate sei mozioni alla Camera per riconoscere la fibromialgia come patologia invalidante.
"Le mozioni di maggioranza e opposizione, approvate dall'aula all'unanimità, impegnano il governo a riconoscere questa patologia come "cronica" e "invalidante". Si punta poi ad inserire la fibromialgia all'interno dei Livelli essenziali di assistenza riconoscendo in questo modo a chi ne è affetto l'esenzione della partecipazione alla spesa per le prestazioni sanitarie ".
Ci auguriamo che i nostri governanti, al più presto, traducano in legge quell'impegno assunto...
continua su quotidianosanita.it
Purtroppo, attualmente, è davvero difficile trovare Medici che esercitano la professione con professionalità, etica, passione ed umanità. Pertanto, sento doveroso citare chi tra tanti mi è stato realmente di aiuto:
ringrazio il reparto di neurochirurgia dell'ospedale Belcolle di Viterbo ed in particolare la Dott.ssa Serena Pagano, il Dott. Paolo Zega (psichiatra), il reparto di terapia del dolore dell'ospedale di Montefiascone (VT) ed in particolare la Dott.ssa Annette Huttner e il Dott. Giovanni Siena, la Dott.ssa Francesca Miranda (reumatologa), la Dott.ssa Maria Paola Tarascio (medico generico), il Dott. Simone Di Cola (gastroenterologo).
(salvo rari casi di perfetta efficienza)
29 febbraio 2024
Mozione del parlamento italiano per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante
Riviste scientifiche
Articoli sulla cannabis terapeutica
In Italia, nel 2010, la Legge 15 marzo 2010, n. 38 “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” (Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010). è tra le prime in Europa per la tutela dei cittadini ad accedere alle cure palliative e alla terapia del dolore”, ed stabilisce tre settori di assistenza dedicate alle cure palliative, alla terapia del dolore e al paziente pediatrico.
Il primo articolo sancisce il Diritto a non soffrire inutilmente: ciascun individuo ha diritto a vedere alleviata la propria sofferenza nella maniera più efficace e tempestiva possibile.
per approfondimenti: vai
In questo elenco sono stati inseriti soltanto alcuni dei numerosi articoli delle principali riviste scientifiche nazionali ed internazionali