(con Espedito Petacca e Alessandro Ferrara)
Con la cerimonia di premiazione al Teatro Patologico di via Cassia 472, domenica 14 aprile si è conclusa la IV Edizione del Festival Internazionale del Cinema Patologico, una serata ricca di ospiti d’eccezione (Claudia Gerini, Federico Zampaglione, Claudio Santamaria.
MIGLIOR ATTORE: Espedito Petacca – cortometraggio “Ontos” di Alessandro Ferrara, Enzo Petacca
MIGLIOR FILM, SEZIONE CORTI: “Ontos” di Alessandro Ferrara, Enzo Petacca
un viaggio nell’Arte e nell’Impegno Sociale.
In un’epoca in cui l’arte rischia di perdere il suo ruolo di catalizzatore sociale, emergono voci che ricordano il potere trasformativo della musica...
Recensione di ROCKIT
Quando parte la terza traccia , la bellissima “Oikos” (testo di N. Mangiameli) il lavoro di Alessandro Ferrara (cantante autopoietico) si dipana in tutta la sua potenza. Già perché il cantante autopoietico napoletano specie in questo pezzo riesce a equilibrare la sua vena più sperimentale ed etnica. Il testo denso e ricco di passaggi suggestivi, retto però da un sottofondo anzi proprio da un esoscheletro musicale di assoluto valore. Siamo infatti davanti a un lavoro, come dicevamo prima, ricchissimo sia a livello testuale sia a livello di arrangiamenti, con la voce roca e grattata di Ferrara che ci porta per mano in un viaggio, mistico e poetico, attorno al concetto di casa, lontananza, nostalgia etc. Chiaro ed evidente come il sole il fatto che siamo di fronte ad un cantante autopoietico che non ha timore di suonare anche ostico in certe occasioni ma che persegue il suo discorso, di sperimentalismo lessico-musicale, con grandissima coerenza e coraggio.
E’ arrivato sulla nostra scrivania uno strano libro di Alessandro Ferrara “SIGMAART” edito dalla casa editrice ‘La caravella’. Libro strano perché non è un romanzo, né un libro di racconti o di poesie, ma un trattato su una nuova scienza o su una nuova religione. Alessandro Ferrara, si dedica agli emarginati, ai diversamenti abili, ai bambini ammalati, ai carcerati, agli extra comunitari che vivono nei centri di accoglienza e lo fa con l’arte. La terminologia usata in questa scienza e, quindi, dal nostro autore può anche disorientare, però a un’attenta lettura del libro ci si accorge che ci troviamo dinanzi a un progetto nobile e di grande impegno artistico e culturale. La pratica auto poietica impone una profonda dedizione perché l’attore non deve recitare una parte assegnataglia, ma deve entrare interamente nel mondo dello spettatore, per coinvolgerlo totalmente e farlo diventare attore protagonista dello spettacolo.
E’ l’arte del giullare, del pagliaccio del circo, l’arte della musica e del suono che ammalia i serpenti e risveglia i morti.
E la tecnica della gelontologia ovvero del riso assume importanza primaria. Insomma l’attore, attraverso l’arte, il suo spogliarsi e l’entrare nel mondo di persone particolarmente svantaggiate, svolge una grande azione sociale di riabilitazione, di educazione, di terapia del dolore e della sofferenza. E’ difficile spiegare le tecniche ilustrate da Alessandro Ferrara e spiegare il senso della Sigma-Art: per capire il libro bisogna leggerlo interamente ed essere predisposti al bene, al donarsi, alla SPERANZA di cui parla Papa Francesco.
Si leggono romanzi, storie, ma è bello, ogni tanto, entrare in mondi diversi che sembra non ci appartengano ma che invece fanno parte di questo mondo molto spesso malato e che ha bisogno di sorridere e di sperare.